عظة غبطة البطريرك يوم الأحد بإيطاليا – ميلانو

Milano – Domenica 15.05.2011 (4a di Pasqua-A)

Gv. 10, 11-18

 

Prima di condividere con voi alcuni pensieri sul bellissimo brano del Vangelo di oggi, vorrei presentarvi la nostra Chiesa Copta Cattolica di Alessandria d’Egitto. Probabilmente molti ne hanno già una previa conoscenza, ma è sempre bene ricordarne le linee principali.

 

L’Egitto è uno dei Paesi dove Gesù è vissuto. Maria e Giuseppe vi trovarono rifugio per fuggire a Erode. I Copti sono i cristiani d’Egitto, che secondo la tradizione hanno ricevuto la fede cristiana dall’Apostolo San Marco. Il nome ‘Copto’ derive dalla parola greca ‘aigyptios’  che significa ‘egizio’. Con Diocleziano, il grande persecutore,  venne l’era dei Martiri, che donò inizio  al calendario copto (a.284).

 

Nel 4o  secolo, con la libertà religiosa, la fede cristiana fu diffusa in tutto l’Egitto. La Chiesa di Alessandria a quel tempo aveva un ruolo eminente, con i suoi grandi teologi: Origene, Sant’Alessandro, San Cirillo, e Sant’Atanasio. Nel 451, la Chiesa Copta, insieme alle 3 Chiese Etiope, Sira e Armena, rifiutarono le   decisioni del Concilio di Calcedonia e si separarono dal resto della Cristianità. La Chiesa di Alessandria fu anche la culla del monachesimo fin dal 3° e 4° secoli, ricordiamo gli eremiti solitari come S. Paolo e S. Antonio Abate, e i cenobiti comunitari come S. Macario e S. Pacomio. La liturgia alessandrina si è evoluta differentemente da quella Latina, come potete notarlo da questa Messa, ma l’essenza è uguale.

 

Dal 7° secolo in poi, la Chiesa Copta soffri molto dalla conquista araba musulmana. Adesso, i cristiani d’Egitto vivono in tutto il Paese, dalle coste del nord fino ai confini del Sudan. C’è qualche raro villaggio dove tutti gli abitanti sono cristiani. Ma in genere viviamo mescolati con il resto della popolazione egiziana. Non abbiamo enclavi, e non siamo identificati nemmeno con una classe sociale. Ci sono cristiani in tutti i ceti, dai contadini, fino all’elite, in una proporzione che non supera il 10 per cento, su una popolazione attuale di 85 milioni. Noi Cattolici siamo solo 250 mila.

 

Fin dalla metà del secolo scorso, soffriamo molto della crescita delle correnti fondamentaliste e islamiste, che al Sinodo per il Medio Oriente abbiamo definito “Islam politico”. Il gran merito storico di questo Sinodo è stato quello di definire con chiarezza questa situazione. Il tema e la prospettiva del Sinodo erano la comunione all’interno della Chiesa, con gli altri cristiani e poi con gli altri concittadini, per costruire società basate sul diritto, sul rispetto dei valori comuni e sull’eguaglianza nella cittadinanza. Questi stessi valori sono stati all’origine del movimento per il cambiamento, e hanno fatto esplodere la ‘rivoluzione del 25 gennaio’ da noi in Egitto. Ci sono delle serie difficoltà per realizzare questo ideale, ma guardiamo l’avvenire con molta fiducia e fede nel Signore, il Buon Pastore.

 

E ci ispiriamo proprio di quest’ultimo elemento per una breve meditazione sul Vangelo di oggi.

 

Gesù risorto, oggi si presenta a noi come il Buon Pastore. Il Buon Pastore offre la vita per le pecore. Gesù ha offerto la sua vita per noi, per tutti gli uomini, è morto sulla croce per la nostra salvezza, ha accettato la morte perché noi avessimo la vita. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio…". Gesù è sempre in cammino, alla ricerca degli uomini. La figura del Buon Pastore ci aiuta a comprendere la tenerezza di Dio, il suo amore, la sua misericordia, tutto quanto il Signore ha fatto e fa per ciascuno di noi, per la Chiesa e per l\’umanità intera. E\’ il cuore di Cristo, appassionato dell\’umanità, perché gli uomini siano salvi; appassionato del progetto di Dio che vuole gli uomini uniti e fratelli, "un sol gregge e un solo pastore". L\’unità e la fraternità è la vita vera di figli di Dio che sviluppiamo sulla terra, fino all\’unità perfetta nella casa e nel cuore di Dio.

 

Non è proprio questa la visione, l’oggettivo, e l’essenza della vocazione di tutti gli autentici discepoli di Cristo? Di tutti voi? Di tutti noi? Per la natura stessa del nostro battesimo, siamo tutti apostoli, testimoni e missionari di Cristo. Il Signore continua a chiamare tanti uomini, a chiamare ciascuno di noi a continuare la Sua opera, a portare nel mondo i segni del Suo amore e della Sua salvezza. Rispondiamo : Eccomi, mandami, riempimi del Tuo amore, e sostienimi col Tuo Spirito.

 

Oggi, 4a domenica di Pasqua, e come ogni anno, la Chiesa celebra la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni alla vita consacrata. Nello stesso tempo,  abbiamo la gioia di celebrare la festa di S. Marco Evangelista, Patrone di questa chiesa. San Marco ha creduto in Cristo, lo seguì, lo annunziò fino al nostro paese e oltre, e ha dato la sua vita in testimonianza per Lui in Alessandria d’Egitto. Che magnifico esempio e luminoso modello del discepolo e dell’apostolo di Cristo! Nel suo messaggio per la giornata di oggi, il Papa ci invita a pensare e a pregare per le vocazioni consacrate al servizio del Regno di Dio: sacerdoti, missionari, religiose e religiosi, e laici. Hanno la missione di testimoniare e prolungare nell\’oggi la premura salvifica del Buon Pastore per tutti gli uomini.

 

Guai se venissero meno le energie fresche per annunciare il Vangelo : il nostro mondo, già così senza direzione e senso, perderebbe ogni speranza e verità! In un mondo soffocato da tanto egoismo, guai se mancassero anime consacrate a Cristo nel servizio dei fratelli più bisognosi, in una dedizione profetica capace di tener vivo, almeno un poco nel cuore di tutti, il senso dell\’umanità e della solidarietà! Sarebbe spegnere la vita! È da comunità cristiane, vive per la preghiera, la catechesi e la carità, come la vostra comunità, che nascono queste vocazioni speciali.

 

Perciò, approfitto di quest’occasione unica per esprimere la mia riconoscenza alla vostra benemerita ‘Fondazione Ambrosiana San Marco per il Dialogo Interreligioso’ e per la vostra Parrocchia di San Marco, per il vostro costante e generoso sostegno spirituale e materiale al Seminario Missionario ‘Redemptoris Mater’ del Cammino Neocatecumenale a Beirut, Libano, che forma sacerdoti missionari per le nostre Chiese del Medio Oriente. Sono stato uno dei primi beneficiari della sua stimata opera. Mancando di sacerdoti nella mia Diocesi Patriarcale di Alessandria d’Egitto, ho chiesto e ottenuto, da più di 2 anni, l’incardinazione di 2 sacerdoti italiani nella nostra Chiesa e nel nostro rito. Ne siamo molto soddisfatti, e voglio altri. Grazie infinite per il vostro supporto e aiuto. E un grandissimo ringraziamento al Rev.mo Mons. Giovanni, già vostro parroco, iniziatore della Fondazione e che ne rimane sempre l’ispiratore e l’animatore. Grazie al Rev.mo Mons. Luigi, il vostro parroco attuale, che con la vostra parrocchia continuate a sostenere la missione della Fondazione.

 

E termino con le parole del Papa per la giornata di oggi, che dice : “Invochiamo con fiducia ed insistenza l\’aiuto della Vergine Maria, perché, con l\’esempio della Sua accoglienza del piano divino della salvezza e con la Sua efficace intercessione, si possa diffondere all\’interno di ogni comunità la disponibilità a dire sì al Signore, che chiama sempre nuovi operai per la sua messe. Con questo auspicio, dice il Papa, imparto di cuore a tutti la mia Apostolica Benedizione”.  E noi qui oggi, invochiamo anche la benedizione di San Marco Evangelista, il nostro Patrone. Amen.